Nei dintorni di Onano ci sono numerose chiesine campestri, costruite tra il 1400 e la fine del 1600. Piccole e graziose, alcune hanno al loro interno anche opere d’arte di un certo pregio. Si trovano sparpagliate per le campagne onanesi, al confine con la Toscana. Siamo andati a cercarle tutte! Continua a leggere
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Il bosco e la villa: Villa Lante, un’ideale fatto giardino
Villa Lante è l’esempio più completo e perfetto dell’idea di Giardino Rinascimentale. Riflette il razionalismo dell’epoca, affermando il dominio dell’uomo sulla natura. Qui nulla è casuale…
Tra i vicoli di Corneto. Tarquinia Medievale
Una passeggiata tra i vicoli di Tarquinia ci può far scoprire che la città ebbe una storia intrigante anche nei secoli del Medioevo. L’antica Corneto, città turrita e circondata da bianche mura…
È un’esperienza da non perdere!
Acquapendente, antico e importante centro di produzione ceramico
Acquapendente non è conosciuto come Deruta o Faenza, eppure in passato è stato un centro di produzone ceramica importantissimo, con numerose fornaci attive dove lavoravano degli artisti abilissimi che non avevano nulla da invidiare a quelli di centri oggi più rinomati.
La nostra produzione “importante” inizia dalla seconda metà del Duecento e dura per tutto il Medioevo e Rinascimento, ma la cosa insolita è che la produzione è ottima anche nel Seicento, a differenza di tanti altri centri.
Questo meraviglioso catino rappresenta un esempio dell’altissima qualità della ceramica trecentesca aquesiana.
E’ una composizione molto originale, raffigura due personaggi riccamente abbigliati – un cavaliere e una dama – incorniciati da elementi vegetali e due animali caratteristici dei bestiari medievali, il serpente e il pavone.
Tra i due un’iscrizione che è stata interpretata come un dialogo:
– Tolle questa frascha p(er) mio amore
– Voleti direto p(er) testo serpente.
Ovvero: – Ho raccolto questo bel fiore per mostrarti il mio amore
– Ok, grazie, però attento che c’è un serpente dietro di te!
Risale alla metà del XIV sec., è stato recuperato nel 1995 durante uno scavo nel chiostro del convento di Sant’Agostino ed è oggi il pezzo forte del Museo della Città – Civico e Diocesano di Acquapendente (che ha i credits anche per la foto) .
Andiamo a vederlo insieme??
I 5 motivi per cui camminare fa bene (anche d’inverno!)
Camminare in natura, anche d’inverno, ha molteplici aspetti positivi: migliora il nostro buonumore e influenza il nostro modo di pensare, rallenta l’invecchiament, fa bene a tutto il corpo e aiuta a dimagrire… inoltre è un’attività davvero alla portata di tutti!
Il Sacro Bosco di Bomarzo e i suoi segreti
Il Sacro Bosco, conosciuto meglio con il nome di Parco dei Mostri è un parco Rinascimentale decisamente insolito.
Lontano dalla geometrica perfezione dei giardini e delle ville cinquecentesche, qui troviamo un ammasso (apparentemente) disordinato di gigantesche sculture che raffigurano mostri e personaggi che sembrano usciti da un incubo. Continua a leggere
L’acqua di San Giovanni
Una tradizione antichissima e molto diffusa nella provincia di Viterbo è quella di preparare l’acqua di San Giovanni, lasciando a macerare fiori e foglie per tutta la notte al chiaro di luna. Continua a leggere
Grotte di Castro nel periodo Etrusco
Forse alcuni di voi già conoscono Grotte di Castro, un paesino sorto su una bellissima rupe di tufo sulle sponde del Lago di Bolsena.
Non tutti però sanno che il nome “Grotte” deriva dalle numerosissime tombe ipogee etrusche che si trovano tutt’intorno all’abitato moderno.
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STRAMONIO: L’erba delle streghe
Verso la fine dell’estate nei campi incolti è facile osservare questo meraviglioso fiore bianco, a volte tendente al giallo altre al violetto. Si tratta dello stramonio, detto anche erba del diavolo o erba delle streghe.
E’ una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Solanacee (come le patate, le melanzane, i pomodori, i peperoni) . Questa pianta è molto comune e altamente velenosa, in tempi remoti veniva spesso usata per il suicidio e l’omicidio.La morte avviene tramite la paralisi della muscolatura respiratoria.
I nomi erba del diavolo ed erba delle streghe si riferiscono alle sue proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico sia nei rituali magico-spirituali dagli sciamani di molte tribù indiane. Questi effetti sono causati da un’elevata concentrazione di potenti alcaloidi allucinogeni, in particolare la scopolamina e atropina, presenti in tutte le parti della pianta e soprattutto nei semi.
L’uso dello stramonio per finalità allucinogene è estremamente pericoloso in quanto la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto vicina alla dose tossica, ma non solo. Il contenuto di alcaloidi varia in concentrazione e in tossicità nelle diverse parti della pianta (radice, fiori, fusti, foglie e semi) e nelle diverse stagioni nonché da esemplare a esemplare.
Cosa sono le “polpette di mare”?
Vi siete mai chiesti cosa sono quelle strane polpette vegetali che si trovano sulla spiaggia dopo una bella mareggiata?
No, non sono polpette (anche se da piccoli tutti abbiamo pensato che lo fossero!), e se le avete rotte vi sarete accorti che non sono nemmeno frutti o semi, perché sono composte di fibre vegetali e sabbia.
Ebbene, sappiate che hanno un nome, ed è EGAGROPILO! Sono i residui fibrosi di piante di Posidonia e Zostera che si accumulano sui litorali.
La formazione degli egagropili è frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano la radice della pianta (perché lo sapevate che la Posidonia è una pianta e non un’alga, vero?!) compattate a causa della risacca.
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Capanni? No grazie!
L’habitus degli alberi
Vi è mai capitato di osservare gli alberi in controluce al tramonto? Con un minimo di esperienza è possibile riconoscere anche da lontano le specie che stiamo guardando, perfino se siamo in inverno e abbiamo di fronte delle caducifoglie. Questo è possibile perché ogni specie arborea ha un suo particolare portamento. Il modo in cui le piante distribuiscono i rami, branche principali e foglie determina quello che nel linguaggio tecnico si chiama habitus. Habitus e specie sono indissolubilmente legati: ogni determinata specie non pu organizzare la sua struttura in nessun altromodo se non secondo il suo habitus.
(Tratto da: La timidezza delle chiome, Pietro Maroé)
Nella Selva dei Briganti…
La chiesa di Sant’Egidio a Cellere
Nel cuore della Tuscia, circondato dai boschi dell’alto viterbese legati in maniera indissolubile al fenomeno del brigantaggio, si trova un borgo sconosciuto ai più: Cellere.
Ma qui, appena fuori dal centro medievale, si può ammirare un piccolo gioello dell’arte rinascimentale, la chiesa di Sant’Egidio.
Progettata da uno dei più importanti e geniali architetti dell’epoca, Antonio da Sangallo il Giovane, con una pianta a croce greca, si staglia sul paesaggio rurale in cui si incastona perfettamente.
Una vera chicca inaspettata!
Perché le tombe dipinte di Tarquinia sono così importanti?
L’interesse per gli Etruschi è antico quanto gli Etruschi stessi. Furono un popolo ricco, affascinante e altrettanto misterioso. Non sono giunte fino a noi opere scritte in lingua etrusca e nemmeno opere antiche che trattino in maniera specifica della loro cultura.
Le informazioni che abbiamo derivano sia da opere posteriori che da opere del loro tempo. In queste ultime in cui gli autori greci e latini erano loro contemporanei e spesso accennavano soltanto ai pirati e commercianti etruschi, il più delle volte nella cronaca di battaglie.
Nelle opere più tarde, invece, la cultura etrusca viene ben presto quasi mitizzata, essendo relativa a un patrimonio culturale “dotto” a cui guardare con ammirazione e con un velo di esaltazione: i Romani avevano interesse a risaltare i successi degli Etruschi, dato che così facendo mettevano indirettamente anche se stessi in buona luce, del resto loro li avevano sconfitti!!
Ciò che ci parla maggiormente degli Etruschi, però, sono le fonti archeologiche: ci raccontano di usanze, di reti commerciali, di competenze tecniche e artistiche e influenze culturali. Possiamo capire come la civiltà etrusca si è evoluta, dove si estendeva la sua influenza e come piano piano ha potuto soccombere alla crescente potenza romana. In questo aspetto le necropoli costituiscono un’attestazione eccezionale, a volte l’unica testimonianza di alcuni aspetti di questa cultura scomparsa da oltre duemila anni, ed è proprio per questo motivo che le necropoli di Cerveteri e di Tarquinia sono entrate a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
Foto:
Tomba dei Leopardi, Necropoli etrusca dei Monterozzi, Tarquinia, 473 a.C.
Fonte immagine: Wikipedia
Castel d’Asso secondo George Dennis
Qui i sepolcri sono scavati lungo le pareti verticali di roccia ed
hanno la particolarità di avere all’esterno, l’aspetto architettonico, sia pure ridotto all’essenziale, delle case, con le cornici e le sagomature alle porte, tutto scolpito nella roccia ad alto rilievo.
Numerose sono pure le iscrizioni.
L’Agrifoglio pianta magica
L’agrifoglio è considerato la tipica pianta natalizia… con quelle sue bellissime bacche rosse e le foglie sempre verdi.
Ma sapevate che era considerata una pianta magica anche prima dell’avvento del Cristianesimo? Infatti si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. Le rosse bacche dell’agrifoglio rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, una promessa di ritorno di luce e calore.
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Gli asfodeli
Gli asfodeli erano fiori sacri agli etruschi, che li associavano al mondo dei morti.
Forse per il loro odore un po’ sgradevole, forse per la fioritura pallida, sembra che gli asfodeli fossero associati dagli etruschi al regno dell’oltretomba. Anche la mitologia greca parla dell’aldilà come sterminati prati ricoperti di questo delicato fiore.
Previsioni meteo
Chi vive all’aria aperta sa come il tempo meteorologico sia un fattore essenziale per le attività da svolgere, e come prevederlo in maniera corretta possa fare la differenza.
Gli alberi solitari della Tuscia
Nell’Alto Lazio ancora resiste strenuamente la tradizione degli alberi solitari al centro di campi coltivato o pascoli, che offrono riparo e freschezza a uomini e greggi.
Il contadino trovava riposo sotto le loro fronde ombrose, appoggiando il “tascapane” contenente il pranzo, le pecore si riposano all’ombra nelle lunghe giornate estive.
Chi erano gli Etruschi?
Ma chi erano gli Etruschi?
Gli Etruschi sono stati la prima popolazione urbana dell’area del nord del Mediterraneo, la cui civiltà si è sviluppata l’ VIII e il II sec. A.C.
Molti assosciano l’Etruria alla Toscana, in realtà l’Etruria propriamente detta comprendeva il nord del Lazio, arrivando fino alla provincia di Roma (Veio e Cerveteri), e l’Umbria (con Orvieto e Perugia).
Non è mai esistito un vero e proprio “Stato Etrusco” unitario, ma erano organizzati in città stato indipendenti. Queste città, che formavano la Dodecapoli Etrusca, pur facendo parte di una cultura omogenea, avevano tradizioni, struttura sociale, politica economica e militare anche molto diverse tra loro ed è capitato che fossero in guerra l’una contro l’altra.
Oltre a quest’area il territorio di espansione etrusco arrivava all’Adriatico e alla Campania… ma avremo modo di parlarne!
#PerleEtrusche
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Foto: L’Etruria al tempo della dominazione romana: Regio VII
Fonte: Wikipedia
Il Maurizio di Orvieto
Bolsena, città romana sul lago vulcanico più grande d’Europa
Bolsena, cittadina di origine etrusco-romane sulle rive del lago vulcanico più grande d’Europa.
Sapete cosa sono le galle?
Le galle: che cosa sono?
Molti pensano (erroneamente) che siano frutti di qualche strana pianta, in realtà la galla (o cecide) è una ‘reazione allergica’ della pianta nei confronti della puntura di un insetto! Infatti certi insetti depongono le uova su rami, gemme o foglie di alcune piante, ogni insetto predilige una specie in particolare formando galle dalle forme caratteristiche. Le più comuni sono quelle che i bambini qui in Tuscia chiamano “pallucche”, ovvero le galle della quercia – ma ce ne sono molte altre, come le galle a cespuglietto della rosa e quelle a gemma del faggio.
Sapevate che esiste una scienza che studia le galle?! Si chiama cecidologia.
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Vi siete mai chiesti come vivevano gli etruschi?
Bella domanda: delle abitazioni etrusche a noi è giunto poco, solo le fondamenta erano scavate o costruite con materiale resistente, l’alzato era di solito di legno, ricoperto a volte da tegole di terracotta (potete trovare ricostruzioni bellissime al museo di Viterbo o a Murlo). Continua a leggere