Orvieto è Orvieto, e non ha bisogno di presentazioni. Ma siete mai stati al Museo Civico Faina? Questa vista del duomo è presa da una delle sue finestre!

Acquapendente non è conosciuto come Deruta o Faenza, eppure in passato è stato un centro di produzone ceramica importantissimo, con numerose fornaci attive dove lavoravano degli artisti abilissimi che non avevano nulla da invidiare a quelli di centri oggi più rinomati.
La nostra produzione “importante” inizia dalla seconda metà del Duecento e dura per tutto il Medioevo e Rinascimento, ma la cosa insolita è che la produzione è ottima anche nel Seicento, a differenza di tanti altri centri.
Questo meraviglioso catino rappresenta un esempio dell’altissima qualità della ceramica trecentesca aquesiana.
E’ una composizione molto originale, raffigura due personaggi riccamente abbigliati – un cavaliere e una dama – incorniciati da elementi vegetali e due animali caratteristici dei bestiari medievali, il serpente e il pavone.
Tra i due un’iscrizione che è stata interpretata come un dialogo:
– Tolle questa frascha p(er) mio amore
– Voleti direto p(er) testo serpente.
Ovvero: – Ho raccolto questo bel fiore per mostrarti il mio amore
– Ok, grazie, però attento che c’è un serpente dietro di te!
Risale alla metà del XIV sec., è stato recuperato nel 1995 durante uno scavo nel chiostro del convento di Sant’Agostino ed è oggi il pezzo forte del Museo della Città – Civico e Diocesano di Acquapendente (che ha i credits anche per la foto) .
Andiamo a vederlo insieme??
Forse alcuni di voi già conoscono Grotte di Castro, un paesino sorto su una bellissima rupe di tufo sulle sponde del Lago di Bolsena.
Non tutti però sanno che il nome “Grotte” deriva dalle numerosissime tombe ipogee etrusche che si trovano tutt’intorno all’abitato moderno.
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Ieri siamo stati ospiti del Museo Civita di Grotte di Castro: abbiamo potuto ammirare alcuni degli stupefacenti reperti qui esposti, che ci hanno parlato della ricchezza e importanza di questo antico insediamento in epoca etrusca.
Poi, approfittando della bellissima giornata di sole, ci siamo incamminati verso la necropoli delle Centocamere.
Una tomba dentro l’altra, una camera dietro l’altra a creare un labirinto ipogeo dove il lavoro degli etruschi e il lavoro dei tombaroli hanno creato un mondo sotterraneo unico!
Grazie ai fiduciosi partecipanti, che nonostante la ingiustamente piccola fama di Grotte hanno scelto di seguirci in questa proposta, e grazie al museo per l’apertura straordinaria!!
A presto, ci rivediamo a marzo!
Di fronte all’imponente Rocca Monaldeschi (ovvero il Castello di Bolsena!) c’è anche il Palazzo Monaldeschi, sede museale distaccata del Museo Territoriale del Lago di Bolsena che si trova all’interno del castello. Continua a leggere
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