Una tradizione antichissima e molto diffusa nella provincia di Viterbo è quella di preparare l’acqua di San Giovanni, lasciando a macerare fiori e foglie per tutta la notte al chiaro di luna.
La sera del 23 giugno, la vigilia di San Giovanni, si procede alla raccolta delle erbe aromatiche e dei fiori.
Le piante che tradizionalmente vengono impiegate sono quelle in fiore in questo periodo, noi usiamo solitamente:
– Iperico (o Erba di San Giovanni)
– Foglie di Noce
– Erba della Madonna (Balsamita major) o erba di san pietro, Tanacetum balsamita)
– Lavanda
– Rose o rosa canina
– Fiori di tiglio
– Camomilla
In realtà le tradizioni sono molte, c’è chi aggiunge anche un ramo di rosmarino, qualche foglia di menta a volte elicriso o fiori di malva, o sambuco… ogni pianta odorosa è benvenuta.
Vanno messe all’interno di una bacinella o una ciotola e lasciate all’aperto, su un balcone, su un terrazzo, tutta la notte in modo che la rugiada si depositi e la luna compia la sua “magia”.
La mattina del 24 giugno l’acqua avrà preso un profumo incantevole, e sarà un piacere lavare il viso in questa pozione profumata, che secondo la tradizione porterà “tante buone cose”…. o almeno una bella rinfrescata con un profumo dolcissimo che vi accompagnerà per tutta la giornata!
Fateci sapere se la fate anche voi e come cambia la vostra ricetta!
Io aggiungo la camomilla!